Start-up: investire con consapevolezza
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Start-up: investire con consapevolezza

In un mondo economico in costante trasformazione, sempre più investitori — grandi e piccoli, esperti e neofiti — volgono lo sguardo verso un settore che negli ultimi anni ha guadagnato crescente attenzione: quello delle start-up. Il fascino del “diventare soci” del prossimo unicorno, l’idea di contribuire attivamente alla nascita di qualcosa di innovativo, e l’attrattiva di moltiplicare il proprio investimento iniziale anche di decine o centinaia di volte: tutto questo ha reso l’investimento in start-up una delle modalità di investimento più discusse, e spesso anche idealizzate, degli ultimi anni.

Tuttavia, come spesso accade quando si intrecciano sogni, speranze e denaro, la realtà è molto più sfumata e complessa. Investire in start-up può aprire le porte a opportunità straordinarie, ma comporta anche una serie di rischi concreti, a volte sottovalutati da chi si avvicina a questo mondo spinto dall’entusiasmo. In questo articolo proveremo a esaminare entrambi gli aspetti, per fornire una panoramica equilibrata e aiutare chi si affaccia a questo ecosistema a farlo in modo consapevole e strategico.

Che cosa significa investire in una start-up?

Investire in una start-up non equivale ad acquistare azioni di una società quotata in borsa o consolidata. Una start-up è, per definizione, un’azienda giovane, spesso in una fase embrionale, con un modello di business ancora in evoluzione e un prodotto non sempre completato o validato dal mercato. L’investitore, in questo contesto, entra in una fase iniziale o intermedia del percorso imprenditoriale, fornendo capitale in cambio di una quota societaria, con l’obiettivo di partecipare alla crescita futura della realtà finanziata.

Le start-up, per loro natura, sono imprese ad alto potenziale di crescita, ma anche ad altissimo rischio. Operano in mercati innovativi, spesso tecnologici, e puntano a scalare rapidamente, cercando di diventare leader nel proprio settore. Tuttavia, non sempre hanno ancora raggiunto una sostenibilità economica, e possono essere ancora lontane dalla redditività.

Oggi, oltre ai tradizionali canali come business angel e venture capital, sempre più persone possono investire anche attraverso piattaforme di equity crowdfunding, che consentono a chiunque di entrare nel capitale di start-up con cifre contenute.

Le opportunità delle start-up: crescita, impatto, diversificazione


Cominciamo analizzando gli aspetti positivi dell’investimento in start-up, che rappresentano una componente fondamentale per comprendere appieno il fascino crescente di questo tipo di operazione finanziaria. Sebbene i rischi non manchino e la prudenza sia sempre d’obbligo, è importante sottolineare che i vantaggi e le opportunità offerte da questo mondo sono reali, concrete e — per certi versi — anche entusiasmanti. Non si tratta di benefici marginali, ma di elementi sostanziali che possono fare una grande differenza nella composizione e nella performance complessiva di un portafoglio di investimenti, soprattutto nel lungo periodo.

🔹 Potenziale di rendimento elevato

Uno degli aspetti più affascinanti dell’investimento in start-up è il potenziale di rendimento straordinario. Chi entra nei primi round di finanziamento può ottenere ritorni molto elevati se l’azienda ha successo. È il sogno di ogni investitore: vedere il proprio investimento iniziale moltiplicarsi per dieci, cinquanta o anche cento volte. Esempi come quelli di Airbnb, Uber o Facebook, pur essendo eccezionali, testimoniano che questo tipo di successo è possibile. Ma attenzione: sono casi rari e spesso mitizzati.

🔹 Accesso all’innovazione

Investire in start-up permette di entrare in contatto con idee all’avanguardia, tecnologie emergenti e nuovi modelli di business. Per molti investitori, questa dimensione intellettuale e culturale rappresenta un valore in sé, a prescindere dal ritorno economico. Si ha la possibilità di sostenere cambiamenti positivi, di essere parte di qualcosa di nuovo e potenzialmente rivoluzionario.

🔹 Diversificazione del portafoglio

Dal punto di vista finanziario, le start-up costituiscono una classe di investimento alternativa, non correlata ai mercati tradizionali come azioni e obbligazioni. Questo significa che, se ben dosate, possono contribuire a diversificare il rischio complessivo del portafoglio, offrendo possibilità di rendimento anche quando gli altri mercati sono stagnanti.

🔹Incentivi fiscali

In Italia, così come in molti altri Paesi europei, sono previsti vantaggi fiscali per chi investe in start-up innovative, come detrazioni IRPEF per le persone fisiche o deduzioni IRES per le società. Questi benefici, spesso poco conosciuti, possono migliorare significativamente il rendimento netto dell’investimento, riducendo al contempo l’impatto fiscale.

I rischi: illiquidità, fallimento, valutazioni incerte

Anche se le opportunità sono reali e interessanti, i rischi sono altrettanto presenti e vanno considerati con attenzione. Chi decide di investire in una start-up deve essere consapevole delle difficoltà concrete che questo comporta, evitando illusioni. È importante avere chiaro che l’investimento può comportare la perdita totale o parziale del capitale e che i tempi per vedere un ritorno possono essere lunghi e incerti. Affrontare questa realtà con pragmatismo è fondamentale per non farsi sorprendere da eventuali difficoltà.

⚠️ Alta probabilità di fallimento

Il rischio più importante — e spesso ignorato — è quello del fallimento. Le statistiche parlano chiaro: circa il 90% delle start-up non supera i primi cinque anni di vita. Le cause possono essere molte: scarsa validazione del prodotto, mancanza di fondi, concorrenza agguerrita, errori strategici o gestionali. Per l’investitore, ciò significa perdere completamente il capitale investito.

⚠️ Illiquidità

A differenza delle azioni quotate in borsa, le quote di una start-up non sono facilmente rivendibili. L’investimento può rimanere immobilizzato anche per molti anni, in attesa di un evento di liquidità (es. acquisizione da parte di un’altra azienda, quotazione in borsa o buy-back da parte dei fondatori). Chi investe deve essere consapevole che non potrà disinvestire facilmente, né in tempi brevi.

⚠️ Valutazioni incerte

Stabilire quanto vale una start-up nelle prime fasi è estremamente complesso. In molti casi le valutazioni si basano su proiezioni ottimistiche, ipotesi di crescita e aspettative, più che su dati concreti. Questo può portare a sopravvalutazioni che si traducono in perdite, anche se l’azienda sopravvive.

⚠️ Rischio di diluizione

Nel corso del tempo, la start-up può raccogliere nuovi fondi attraverso ulteriori round di investimento. In questi casi, la quota dell’investitore iniziale può diluire, ossia ridursi proporzionalmente. Se i nuovi investimenti avvengono a condizioni vantaggiose, la diluizione può essere accettabile. Ma se la società è in difficoltà, il rischio è che la propria partecipazione diventi quasi irrilevante.

Come ridurre i rischi?

Nessun investimento è completamente privo di rischio, e questo vale ancor di più per il mondo delle start-up. Tuttavia, esistono strategie e accorgimenti che permettono di gestire e contenere questi rischi in modo più consapevole e intelligente. Affrontare un investimento in start-up con un approccio informato e ben pianificato può fare la differenza tra un’esperienza frustrante e una potenzialmente soddisfacente, aumentando le probabilità di successo e di ritorno positivo nel lungo termine.

📌 Diversificare

Non mettere tutto il proprio capitale in una sola scommessa. Una buona regola è quella di investire in almeno 10-15 start-up diverse, in modo da aumentare le probabilità che almeno una di esse abbia successo.

📌 Fare una propria due diligence

Non fermarsi all’entusiasmo. Analizzare con attenzione il team, il prodotto, il mercato, la concorrenza, la scalabilità del modello di business. Non farsi abbagliare dal pitch o dal design: serve concretezza.

📌 Avere pazienza

L’investimento in start-up è un investimento a lungo termine. Potrebbero volerci 5, 7 o anche 10 anni prima di vedere un ritorno, se mai arriverà. Bisogna entrare nell’ottica di sostenere una visione, non di cercare guadagni rapidi.

Investitore passivo o attivo?

Una riflessione utile riguarda il tipo di coinvolgimento che si desidera. Alcuni investitori preferiscono un approccio passivo, limitandosi a finanziare la start-up e ricevere aggiornamenti. Altri scelgono un approccio attivo, contribuendo con competenze, contatti, consulenze o partecipando a board strategici.

Essere un investitore attivo può fare la differenza, ma comporta anche maggiori responsabilità e impegno. È quindi importante valutare con onestà il tempo e le competenze a disposizione prima di assumere questo ruolo.

Investire con impatto: etica e sostenibilità

Non si investe solo per guadagnare. Sempre più persone sentono il bisogno di dare un senso etico ai propri investimenti, sostenendo imprese che generano impatto positivo. È il caso dell’impact investing, una filosofia che unisce rendimento economico e impatto sociale o ambientale.

Start-up che si occupano di tecnologie green, inclusione sociale, educazione, salute, possono rappresentare occasioni non solo finanziarie, ma anche umane. Investire in questi progetti può significare contribuire concretamente a un mondo migliore, e vivere l’esperienza dell’investimento in modo più profondo.

Investire in start-up è un percorso che può affascinare, ma che va intrapreso con piedi ben piantati per terra. Le storie di successo esistono, ma sono rare. Più frequenti sono le situazioni in cui il capitale investito va perso, o rimane fermo per anni senza dare segni di crescita.

Per questo motivo, è importante considerare questi investimenti come parte di una strategia più ampia, destinando loro solo una piccola parte del portafoglio e approcciandoli con lo stesso rigore che si riserverebbe a un’analisi aziendale.

Se affrontato con preparazione, spirito critico e un pizzico di visione, l’investimento in start-up può essere una delle esperienze più stimolanti, sia dal punto di vista economico che personale. Non si tratta solo di denaro: si tratta anche di credere in idee, sostenere talenti, contribuire a costruire il futuro.